lunedì 11 aprile 2011



CARLO BIANCO (Cervinara, 25 luglio 1911  Cervinara, 9 aprile 2010)
Scrittore, poeta, filosofo, drammaturgo, letterato italiano. Carlo Bianco nacque il 25 luglio 1911 a Cervinara, in provincia di Avellino. Penultimo di dieci figli, perse la madre all’età di sei anni e nove anni dopo perse il padre. La scomparsa della madre segnò la sensibilità del poeta per tutta la vita e creò una mancanza che avrebbe ispirato gran parte della sua produzione letteraria. Negli anni dell’infanzia Carlo Bianco fu particolarmente legato alla sorella maggiore Filomena, dalla quale riuscì a ricevere quell’affetto materno di cui era stato troppo presto privato. Ad otto anni aveva già letto I Promessi Sposi, a dieci anni conosceva le opere del Proudhon. Iniziò così il periodo dell’approfondimento dei classici, tra cui Omero e Virgilio e, accanto ad essi, Dante, Hegel, Hugo, Pellico, Byron, Foscolo e Leopardi.
Risale al 1925 la pubblicazione della prima raccolta di poesie. A 19 anni si aprirono per lui le porte del giornalismo: collaborò, infatti, al quotidiano Ottobre e al giornale La Tribuna. Ben presto i suoi articoli suscitarono l’interesse della più autorevole e prestigiosa rivista politica fascista, L’Universalità Fascista, diretta dal noto economista Oddone Fantini, Docente dell’Università di Perugia. Nel 1929 si arruolò nell’esercito, nell’arma dei bersaglieri ma il suo desiderio di amore ed armonia, il suo anelito ad un ordine diverso da quello che potesse essere rappresentato dalla rigida vita militare, lo indussero ad abbandonare l’arma.
Non tardarono ad arrivare i primi riconoscimenti ufficiali: nel 1935 partecipò ai Littoriali della Cultura dell’anno XIII con il saggio “La rivoluzione fascista dal 1929 ad oggi, da fenomeno italiano è diventato fenomeno universale”.
Nel 1936, Carlo Bianco espresse le sue angosce metafisiche in alcuni scritti di carattere religioso, testimonianza di una crisi mistica che lo stava per condurre in convento.
Continuò la sua carriera giornalistica e nel 1938 intervenne nella polemica sul significato di “arte fascista” con un articolo apparso sulla rivista “Quaderni di poesia” con il titolo: “Date l’obolo a Belisario”. In questo articolo Carlo Bianco si mostrò assai critico nei confronti di “tutto ciò che è in contrasto con la morale: grossolanità etiche, filosofiche, atteggiamenti messianici e pervertitori dell’ordine spirituale” e contro “quella letteratura” che mirava semplicemente ad adulare “la personalità dei capi”. L’evidente attacco al regime gli valse una diffida. Si iscrisse alla facoltà di Scienze Coloniali dell’Università Federico II di Napoli per studiare, in 53 esami, lingue europee e lingue islamiche. Imparò così il tedesco, il francese, l’amarico, al gh’eez e altre lingue del mondo arabo. Di cinquemila iscritti fu uno tra cinque che riuscirono a laurearsi.
Durante i suoi studi universitari scrisse una serie di saggi di stampo storico e politico, tra i quali Guerra di continente, L’Europa verso la rivoluzione, Necessità della guerra, L’urto nippo-americano nel Pacifico, L’India e la sorte del mondo.
Nel 1933 scrisse il romanzo La culla insanguinata e il saggio di letteratura italiana Il Trecento.
Nel 1940 fu negata la pubblicazione del romanzo Ho fame da parte del Ministero della Cultura popolare perché considerato, sotto l’aspetto politico e morale “inopportuno”.
Persona dal temperamento schivo e riservato, lontano dai salotti e dai circoli letterari accademici, intrattenne una intensa corrispondenza con numerosi autorevoli letterati, studiosi e filosofi del novecento. Si dedicò anche all’insegnamento per molti anni, trasfondendo in quella attività le sue personali teorie sulla didattica.
Il 19 marzo 1942 sposò Maria Eugenia Pientedosi, giovane e brillante insegnante, che scelse in Cervinara la prima sede di cattedra. Si incontrarono un anno prima, in occasione di una visita di cortesia che il corpo docente rendeva alle autorità politiche cittadine. In quel periodo Carlo Bianco era segretario della sezione del Fascio a Cervinara. Nacque un amore e un sodalizio che ispirò molte opere dell’autore.
Ancora nel 1942 pubblicò la tragedia Isabella de’ Medici.
Nel 1943 nacque il primo figlio Francesco, nello stesso anno portò a termine gli studi conseguendo la laurea in Scienze Coloniali presso il Regio Istituto Universitario Orientale e pubblicò il primo volume di Pensieri.
Nel 1944 nacque il secondogenito Raffaello e fu pubblicata la raccolta di poesie Frammenti di un’anima.
Alla caduta del fascismo fu trascinato davanti al tribunale di epurazione, con l’accusa di aver fatto apologia del regime attraverso i suoi scritti. A suo favore si schierò il giudice laico Battista, il quale sostenne la sua candidatura all’Assemblea Costituente. Fu assolto dal giudice togato Palermo.
Nel referendum del 1946 si schierò con la Monarchia e nel 1948 si candidò alla Camera dei deputati nella circoscrizione di Benevento – Avellino – Salerno.
Nel 1949 pubblicò il primo volume di novelle intitolato Fronde sparse.
Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli.
Nel 1950 nacque la terzogenita Loredana, nello stesso anno fu nominato socio corrispondente della Sociedade Brasileira de Filosofia e si laureò in giurisprudenza, iniziando, così, la professione di avvocato che esercitò con grande scrupolo e in maniera gratuita.
Nel 1952 pubblicò la seconda raccolta di poesie Nuovi frammenti e diede alle stampe la tragedia Ippolita. Alcune delle sue opere furono pubblicate in Francia nel volume “La poésie italienne de nos jours” di Lila Denyl per la Elan Editeur.
Nel 1956 pubblicò Ultimi frammenti e nell’anno successivo il secondo volume di Pensieri che riportava la prefazione del prof. De Marsico, avvocato e studioso del diritto penale.
Nel 1957 pubblicò la tragedia Ritorno al passato.
Nel 1958 fu dato alle stampe il volume Racconti per Loredana, una tenera sequenza di favole e racconti dedicati alla figlia amatissima. Nello stesso anno pubblicò la raccolta Ansia d’eterno.
Risale al 1960 il Saggio di filosofia dello Spirito che può essere considerato il primo trattato organico di filosofia di Carlo Bianco.
Nel 1961 scrisse Introduzione teoretica sulla libertà. Questo studio, insieme al precedente Saggio di filosofia dello Spirito, rappresentava il preludio a quella che sarebbe diventata la maggiore opera di filosofia di Carlo Bianco, La Morale come scienza della vita, pubblicata nel 1964, nella quale l’autore proponeva un’aspra critica alla corrente del materialismo e del positivismo allora dominanti, a favore della concezione creazionista e spiritualista che in quel tempo aveva scarso credito in Italia. In poche settimane, il successo dell’opera portò all’esaurimento della prima edizione in soli sei mesi, nel giugno del 1962, l’editore mise in commercio la seconda edizione.
Nello stesso anno pubblicava i saggi Della virtù nella giustizia e La falsa libertà dell’uomo.
Nel 1965 l’Università Latina di Parigi gli conferì la laurea Honoris Causa in Lettere e nel 1966 vinse il primo premio al Concorso Internazionale di filosofia di Greta de la Valliére. La premiazione si svolse in Campidoglio alla presenza del prof. Guido Giuseppe Lo Schiavo, presidente della Corte di Cassazione che ebbe a dire: “Noi premiamo Carlo Bianco… perché l’opera sua di filosofo onora l’Italia e il mondo”. L’eco della sua fama attirò l’ammirazione del mondo culturale in particolare in Argentina, dove Carlo Bianco annoverava ed annovera numerosi estimatori della corrente spiritualista.
Nel 1966 pubblicò altri due saggi, L’uomo sui confini dell’ignoto e Della solitudine dell’uomo.
Nello stesso anno fu pubblicato il romanzo Talìta e nel 1967 fu nominato Socio Corrispondente della Accademia Tiberina in Roma.
Nel 1968 vedeva la luce la terza edizione della sua opera maggiore La Morale come scienza della vita a cui si accompagnarono altre opere quali la raccolta di versi Oltre l’aurora e le opere filosofiche Critica alla dialettica di Platone e Tempi di sofistica.
Iniziarono gli anni dei riconoscimenti, le sue opere si imposero anche in America Latina, in particolare in Argentina, in Uruguay e in Brasile. Un saggio dal titolo “Un filosofo: Carlo Bianco” fu scritto da Arnaldo Claro de S. Thiago, uno dei maggiori studiosi di Dante, docente di storia delle religioni, Direttore della Facoltà di Studi Psichici e Filosofia Morale All’Università di Rio de Janeiro. Carlo Bianco divenne Socio onorario della Federazione delle Accademie di Lettere e Filosofia del Brasile.
In quegli anni maturò la candidatura al premio Nobel per la letteratura, candidatura fortemente appoggiata dai paesi oltreoceano ed avversata da alcuni gruppi politici italiani.
Nel 1970 pubblicò il saggio Il delirio dell’uomo moderno, un’analisi approfondita dei mali che affliggono l’uomo, premiato dall’ Accademia Internazionale di Lutéce di Prigi nel 1973.
Nel 1972 proseguiva con la sua produzione letteraria pubblicando la raccolta di poesie Brulichio nel silenzio, cui seguì tra il 1973 e il 1975 la trilogia L’ala notturna, L’ala caduta, L’ala ferita.
Nel 1973 fu nominato Preside della facoltà di Scienze sociologiche dell’Università Internazionale Sveva Federico II di Bergamo. In quegli anni fu docente di Criminologia all’Università di Blumenau in Brasile.
Nel 1973 vinse il primo premio al concorso della Columbian Academy di St. Louis per l’opera Il delirio dell’uomo moderno.
Nel 1976 pubblicò un’altra raccolta di poesie Brandelli di un’ombra.
Nel 1977 pubblicò altre due raccolte di poesie Goccia di cielo e Stupore dell’anima cui seguì il saggio storico La questione del Mezzogiorno.
Nel 1979 diede alle stampe il saggio Teoria e Prassi nella condotta di vita.
Nel 1980 tenne una conferenza all’VIII congresso tomistico sul tema Il peccato come limite alla libertà dell’uomo nel pensiero di San Tommaso D’Aquino, successivamente pubblicata dalla casa editrice del Vaticano. Gli studi sul pensiero di San Tommaso indussero Carlo Bianco a pubblicare il saggio San Tommaso D’Aquino di fronte alla storia del pensiero.
Ancora nel 1980 pubblicò la raccolta di poesie Zuela cui fecero seguito, dieci anni dopo, Malinda e Zelinda.
Nel 2005 ricevette da Maurizio Costanzo e Dacia Maraini il premio “Elsa Morante”; Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli, gli conferì la medaglia d’oro come ambasciatore della Campania nel mondo.
Nel 2006 fu candidato al premio Nobel per la letteratura. Fu l’anno in cui vinse lo scrittore turco Orhan Pamuk.
Agli inizi degli anni novanta iniziò ad accusare i primi sintomi di una riduzione della vista che lo portarono progressivamente ad un annebbiamento del campo visivo. Per questo motivo non riuscì più dedicare il giorno e le ore notturne alla scrittura. Tuttavia portò a completamento gli scritti L’uomo, l’inconoscibile, Del male, la raccolta di poesie L’altra realtà e l’ultima sua opera, Il domani del mondo che, a causa di un errore tipografico, fu pubblicata con il titolo La vita davanti a Voi, lettera ai giovani, una sorta di testamento spirituale che l’autore scrisse per i giovani, esortandoli a porre l’amore alla base di ogni loro agire.
Bianco morì il 9 aprile 2010 a 99 anni mentre stava lavorando su un testo di San Tommaso d'Aquino. Per il suo epitaffio, poche righe, tratte da una sua poesia, testimoniano l’indole del filosofo, l’indole dell’uomo, il suo anelito alla comunione con il tutto, con l’assoluto, la sua ricerca di un ideale di purezza che avrebbe definitivamente scoperto nei suoi dialoghi con il cielo, nei suoi racconti senza tempo, nella sua fuga verso le stelle:
Oh tremule stelle,
lassù, pendule dal cielo!
Dormirò con voi da stasera:
e non sarò mai più solo!”


Un saggio biografico del 2001 e una raccolta di poesie a cura di Alfredo Marro, direttore del Caudino (mensile cervinarese), si occupano del filosofo cervinarese. Le informazione biografiche sono tratte dai volumi di Alfredo Marro:
Biografie cervinaresi, Edizioni Il Caudino, Cervinara 2004. Frammenti di un’anima – poesie scelte di Carlo Bianco, Edizioni Il Caudino, Cervinara 2006
 Opere dell’ autore
Raccolte di poesie:
Frammenti di un’anima, Gastaldi, Milano 1943
 Nuovi Frammenti, La Zagara, Reggio Calabria 1952
 Ultimi frammenti, La nuova I. lett., Bergamo 1956
Ansia d’eterno, La nuova I. lett., Bergamo 1958
Oltre l’aurora, Studi e R., Catania 1968
Brulichio nel silenzio, Gabrieli, Roma 1972
 L’ala notturna, Gabrieli, Roma 1973
L’ala caduta, Gabrieli, Roma 1974
 L’ala ferita, Gabrieli, Roma 1975
Brandelli di un’ombra, Gabrieli, Roma 1976
Goccia di cielo, Gabrieli, Roma 1977
 Stupore dell’anima, Gabrieli, Roma 1978
Zuela, Gabrieli, Roma 1980
Malinda, Gabrieli, Roma 1991
Zelinda, Cultura e studi, ragusa 1994
 L’altra realtà, Caruso, Napoli 1999

Tragedie:
Isabella de’ Medici, Garello, Torino 1942
 Ippolita, La nuova It. Lett., Bergamo 1952
 Ritrono al passato, La nuova It. Lett., Bergamo 1957
Narrativa:
Fronde sparse, La zagara, Reggio Calabria 1949
Racconti per Loredana, Gastaldi, Milano 1958
 Talìta, Gugnali, Ragusa 1968
Avvenne così, Gabrieli, Roma 1992

Saggistica:
Pensieri Vol. I, Gastaldi, Milano 1943
Pensieri Vol. II , Gastaldi, Milano 1955
Pensieri Vol. III, La nuova It. Lett., Bergamo 1956
 Saggio di filosofia dello spirito, La zagara, Reggio Calabria 1960
 La falsa libertà dell’uomo, Centro Ricerche Bio, Padova 1965
 Della virtù nella giustizia, Centro Ricerche Bio, Padova 1966
L’uomo sui confini dell’ignoto, Centro Ricerche Bio, Padova 1966
 Umanità e dolore nella poesia di Carmine Manzi, Collana Paestum 1972
 Il peccato come limite alla libertà nel pensiero di San Tommaso D’Aquino 1976
San Tommaso D’Aquino di fronte alla storia del pensiero, ed. Vaticana 1990
 Pensieri Vol. IV, Ursini, Catanzaro 1990
 La coscienza morale come norma oggettiva e soggettiva dell’individuo, Etica e S. Contemp. 1991

Filosofia morale:
La morale come scienza della vita, Gugnali, Ragusa 1968
ll delirio dell’uomo moderno, Usec, Palermo 1970
 Teoria e prassi nella condotta di vita, Edizioni Domenicane, Napoli 1979
Filosofia teoretica:
 Introduzione teoretica sulla libertà, Gugnali, Ragusa 1961
Critica alla dialettica di Platone, Studi e Ricerche, Catania 1968
Tempi di sofistica, Studi e Ricerche, Catania 1968
Luomo, l’inconscibile, Esi, Napoli 1996
Del male, Esi, Napoli 1998